Senza fine

 

Albeggiò. Squarcio tremulo. Lontano

musiche rosa candide vermiglie.

Occhio aperto, riflesso d’un profano

risveglio dentro un mare di giunchiglie.

 

Eri tu, tra le mille meraviglie,

sola certezza in quest’andare insano.

Eco, voci di voci, eterne figlie

nell’attimo in cui nulla era più invano.

 

Zampillò la tua dolce luce chiara

al soffio della vita sulla via.

Fu il tempo lungo il baratro, scogliera

 

in cui si riaffacciò la primavera.

Nel cuore la tua pura melodia,

estasi d’improvvisa gioia rara.

 

 

E tutto a un tratto si squarciano le tenebre notturne, quando «già de l’ultima stella il raggio langue al primo albor ch’è in oriente acceso» (T. Tasso, Gerusalemme liberata, XII 58, 3-4) e intanto «spunta / fra la tacita selva in sulla rupe » il «nunzio del giorno» (G. Leopardi, Ultimo canto di Saffo, 2-4). Così ogni cosa cambia all’apparire di Venere e una luce nuova riaccende una speranza. Come un lampo zampilla una gioia inesprimibile e inattesa. In quel bagliore fluttuano armonie celestiali, riflesso di un’anima alla ricerca di quanto la completi. Un canto senza fine di cori angelici intona: «O Maria, diana stella, / che riluci più che ’l sole, / la mia lingua dir non pole, / o Maria, quanto sei bella» (S. Razzi, O Maria, diana stella, 1-4), e ricomincia il giorno.  

Suoni e volti si rincorrono, nuovi Eco e Narciso nello specchio del cuore. Nel giallo delle giunchiglie si riflette il sole riaffacciatosi nella cosmica armonia. Senza fine si genera l’amore oltre l’umido buio in cui tutto è inghiottito per sempre. occhio e voce, coagulo di mille meraviglie in cui ogni dimensione riacquisisce il proprio senso. Il ciclo ripercorre il trito sentiero all’infinito. Eppure, ci si ritrova sempre sull’ultima linea, a domandarsi: «Perché ne l’aria bruna / sudian, quasi dolendo, intorno intorno, / gir l’aure insino al giorno? / Fur segni forse de la tua partita, / vita de la mia vita?» (T. tasso, Qual rugiada o qual pianto, 8-12). Di nuovo e per sempre, senza fine, Enea saluta la sua bellissima Didone.  

 

 

Dall’antica scogliera «ripullula il frangente / ancora sulla balza che scoscende» (E. Montale, La casa dei doganieri, 19-20). Il varco è proprio qui, sulla cresta dei secoli, nell’eterna primavera che ritorna «e festosetti / la salutan gli augei con lieto canto» (A. Vivaldi, La primavera, 1-2). Sulle acque si riflette la luce in infinite scaglie d’oro. Quello è il tesoro del cuore. La rinascita passa dal sogno di un giorno migliore, nell’oblio rasserenante in cui si dissipa la notte. E così agli occhi e al cuore si schiude l’estasi che ridona alla vita, eterea metamorfosi.

 

 

 

© Federico Cinti

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40 commenti

    1. Federico Cinti ha detto:

      Ti ringrazio veramente di cuore di queste tue parole!

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  1. Nemesys ha detto:

    Splendidi versi e altrettanto la nota che li segue!!! Bravissimo come sempre 👏👏👏

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Carissima, ci provo! e provo pure a scrivere col cuore. del resto, la poesia chiama e noi rispondiamo…

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      1. Nemesys ha detto:

        È accertato che tu scriva col cuore, i tuoi versi e le note che li seguono sono una veramente e spess3 v9ote estasiati!!! Buon pomeriggio 😉

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Alle volte ho come l’impressione di uno zampillo d’acqua fresca che deve prorompere e allora scrivo, mentre s’allaga il cuore! ecco perché dico così.
        Grazie delle tue parole e buon pomeriggio anche a te!

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  2. Stef555 ha detto:

    grazie per la presenza, un poeta è sempre un privilegio leggere anche se non sempre tutto si comprende. La fretta è cattiva consigliera! ciao

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Ti ringrazio di cuore della lettura, ma ancor più delle parole! a ogni modo, so di alcuni autori che ci hanno messo anni prima di capire che cosa avessero scritto. Per esempio, Pirandello ci ha messo circa quattro anni per capire il senso vero del suo «Fu Mattia Pascal».
      In effetti, la fretta è cattiva consigliera, ma non oblitera la possibilità di conoscere tante cose.
      Ciao e buona giornata!

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  3. Dora Millaci ha detto:

    Complimenti davvero bella! Posso farla declamare ai poeti nella prossima puntata Radio delle poesie? Resto in attesa e auguro buona giornata ^_^

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Ma certo, carissima Dora! anzi, è per me davvero un grande onore!
      Grazie e a presto…

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      1. Dora Millaci ha detto:

        Grazie a te, copio subito ^_^

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Perfetto! Sono molto curioso di sentire la lettura…

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      3. Dora Millaci ha detto:

        loro le sanno declamare… io no eh eh… ^_^ la mia collega è anche attrice di teatro, quindi è molto brava e un altro, fa anche il doppiatore e la voce nei documentari, pertanto… 😀

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      4. Federico Cinti ha detto:

        Ah, sì, ma già un’altra volta mi avete letto ed è stato molto emozionante! Io conosco Rodolfo Lettore, se non di persona, di fama e di voce!

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      5. Dora Millaci ha detto:

        è vero.. eh eh… ma non hai ancora sentito gli altri 😀

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      6. Federico Cinti ha detto:

        Non vedo l’ora! sono molto curioso, come ti ho detto!

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  4. Incantevole ed armoniosa lirica che inneggia alla vita e alle sue stagioni!

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Grazie di cuore di queste tue parole: era proprio questo il senso della lirica. del resto, quando si parla d’amore, tutto si rende possibile!

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  5. Dora Millaci ha detto:

    Ciao, nella puntata di oggi è stata declamata la tua poesia. Complimenti 😊 https://www.spreaker.com/user/dora/poesie-autori-esordienti-mese-di-marzo-2_1 – Spero sia di gradimento. Buona serata ^_^

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Ne sono veramente lieto e ti ringrazio di cuore di questa opportunità! Un abbraccio…

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      1. Dora Millaci ha detto:

        Grazieee… almeno uno che ha risposto eh eh… ^_^ mi stavo demoralizzando… buona serata un abbraccio a te ♥

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Non so perché, dora, io non lo avessi letto! Eh, sai che cos’è? E’ che sono davvero un po’ sbadato e di questo mi scuso tanto!
        No, non ti deprimere, perché fai una trasmissione veramente bella!
        Ciao e a prestissimo…

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  6. Dora Millaci ha detto:

    Ti ringrazio tanto. La cosa è che ci lavorano molte persone e mi dispiace anche per loro. Qui siamo tutti volontari e dire anche solo “grazie” per noi è come ripagarci delle ore “spese” nelle riunioni o nelle messe in onda. Le persone pensano che ci voglia poco per preparare su una puntata, ma così non è. Buona giornata ^_^

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Eh, so bene che dietro ogni puntata c’è molto lavoro e molto impegno. Ti ringrazio di poter partecipare, sebbene a latere, a queste iniziative! Se le mie poesie servono alle messe in onda, ecco, ne sono davvero lieto e ringrazio tutti quanti di cuore, te in primis!

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      1. Dora Millaci ha detto:

        gentilissimo, buona giornata ^_^

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Buona giornata a te, carissima!

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  7. valy71 ha detto:

    Ciao Federico, che versi stupendi!

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Ciao, Valeria, ma grazie di cuore! Diciamo che il titolo e la relativa poesia sono parte dell’acrostico che sostanzia il testo. se è vero che la poesia rivela la parte più nascosta di noi, è altrettanto vero che anche la forma a un certo punto diviene istintività e tutto concorre al racconto del poeta e del suo mondo. Ma tu già sai «e forse del mio dir poco ti cale», come avrebbe concluso il buon Giacomo parlando alla silenziosa luna.

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  8. valy71 ha detto:

    Federico perché mai non dovrebbe interessarmi del tuo dire? Anzi!
    Buona serata

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Era così per dire, Valeria, e per citare il buon Leopardi!
      Sai che è un piacere grande per me poter parlare con te, potermi confrontare su un terreno, quello letterario, che rappresenta una delle mie più profonde passioni.
      Grazie e buona serata a te di cuore!

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      1. valy71 ha detto:

        Eh, ma certamente Federico, dopo le nostre bellissime conversazioni, anche per me è sempre un piacere grande parlare con te.
        Ieri ho studiato, ho ripassato più che altro e a breve tornerò con un post letterario.
        Da te posso solo imparare!
        Non bocciarmi per favore, ne rimarrei scioccata. Sono sempre stata promossa a giugno!
        Grazie a te e buona serata di cuore!

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Ma figurati, Valeria! Tu hai il potere di stimolare in me connessioni tra i testi che alle volte o si danno per scontato o a cui non avevo fatto caso, per distrazione. Sì, è vero che non tutti i tempi sono opportuni; ma, quando capita, occorre cogliere il famoso attimo oraziano, «carpere» il famoso «diem». altrimenti, davvero tutto è vano e scivola semplicemente addosso!
        Sono curioso, però, di leggere il tuo frutto dei tuoi studi: anch’io avrò senz’altro tanto da imparare da te! Figurati quindi se posso non condividere quel che mi dici e che scriverai!
        Anch’io sono molto lieto di queste belle chiacchierate nostre e ti ringrazio.
        Passami una buona domenica, mi raccomando!
        Un abbraccione…

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      3. valy71 ha detto:

        Grazie di cuore Federico.
        L’articolo arriverà a breve.
        Ti è piaciuto quello che ho scritto su Ermengarda o forse lo avrai trovato eccessivo.
        Si intitola Mi è caduto un mito.
        Buona serata, un caro saluto 👋

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      4. Federico Cinti ha detto:

        Aspetto, carissima Valeria, allora aspetto!
        Quello sulla povera Ermengarda tosata a dovere mi è piaciuto moltissimo! Certo, chissà, magari nel frattempo i capelli le erano ricresciuti e aveva fatto in tempo a fare le trecce! Oh, il mito è questo, in fondo, con le trecce morbide sparse, come la Laura petrarchesca, chissà dove e chissà quando!
        Ciao e buona giornata di cuore!

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  9. valy71 ha detto:

    Buongiorno carissimo Federico, come stai?
    È una domanda che dovremmo farci sempre, sembra che anche questa stia cadendo in disuso, ahimè, non mi sto riferendo a te ovviamente e davvero a nessuno in particolare. Un mio amico tempo fa, mi disse che non lo chiede più per paura 😱 di ricevere cattive notizie. Ho fatto con lui una lunga discussione in merito. Alla fine mi ha dato ragione. A me non interessa averla, si dice che la ragione sia dei fessi, mi interessava che comprendesse il mio pensiero e poi è un buon amico, ci tenevo a chiarirmi con lui.
    Ad ogni modo il post è stato pubblicato: Rosa fresca aulentissima.
    Ti auguro una buona giornata, serena e ricca di soddisfazioni.
    Ti abbraccio Federico 🤗🌹ed aggiungo una rosa

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    1. Federico Cinti ha detto:

      Hai ragione, sai? Si ha paura di chiedere agli altri non se siano felici, ma semplicemente come stiano. Ieri, mentre attraversavo la strada, mi saluta uno. allora, gli ho chiesto: «Come va?». E lui: «Ma, professore, come vuoi che vada?». La discussione, diciamo così, meglio avrei dovuto dire lo scambio di battute, è finito lì. Ma ci sta: dobbiamo recuperare pezzi di umanità.
      Bene per il buon Cielo d’Alcamo (o Ciullo?). Ora non lo leggo più a scuola, ma come mi piaceva recitarlo! E lei che fa finta di non starci! Oh, è proprio il gioco delle parti. del resto, era sicialiano come Pirandello.
      Grazie, carissima, e buona serata a te!
      Grazie anche della rosa… l’accetto volentieri!

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      1. valy71 ha detto:

        Sì, infatti era lei che fingeva di non starci e poi si fa imbrogliare come una scema, ricordo ancora quando la Prof.ssa di Italiano ce lo spiegò.
        Buona serata caro Federico

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      2. Federico Cinti ha detto:

        Beh, diciamo che dal punto di vista psicologico può capitare. Del resto, altro non era se non una principessa matrimoniabile. solo che poi s’innamora di Carlo e cominciano i guai, perché viene sciolto il matrimonio per motivi politici e addio che t’amavo. Insomma, una questione comicamente tragica. a ogni modo, è il corrispondente femminile di Adelghi (o Adalgiso, come dice Manzoni), titano passivo remissivo, oppressa nata intra gli oppressori.
        Che ti devo dire? Miti di un tempo e di uno spazio che fanno, alle volte, tanto sognare.
        Grazie di cuore, carissima Valeria: mi fai ripercorrere in modo diverso tante miccole passioni accantonate chissà dove e chissà quando!

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      3. valy71 ha detto:

        Le passioni che vivevo da ragazza, ho sempre adorato studiare, mi piace tuttora. Mia madre mi dice che io sono rimasta a scuola, ha ragione.
        Comunque ho di sicuro un animo passionale e mi piace ripercorrere momenti della mia vita che fanno e faranno sempre parte di me.
        Adoravo la mia Prof.ssa di Italiano, anche se, ben poco simpaticamente, sosteneva che i suoi alunni migliori fossero tutti maschi e ci spiegò l’origine del termine isterico. Sosteneva fosse usato impropriamente al maschile, perché viene dal greco “iusteron” da me italianizzato impropriamente, che significa utero. Dunque solo le donne ce l’hanno….
        Mi fa piacere fare questo percorso con te!

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      4. Federico Cinti ha detto:

        In effetti, l’etimologia è quella. Ma va bene: le passioni sono totalizzanti. Nel mondo antico anche l’amore era tale, un ‘pathos’, inteso proprio come una sorta di malattia. Pensa al Ciclope di Teocrito che canta sullo scoglio per dimenticare Galatea, pensa al ‘furor’ di Didone che arriva ad annullarsi o all’altro ‘furor’ di Medea. Insomma, tragedia o realtà? Chissà…
        Anche a me piace tanto la letteratura, perché mi permette di rispecchiarmici e ogni volta è diverso, come dice Dante davanti alla seconda Persona della Trinità: “Mutandom’io, a me si travagliava”. eCco, è proprio così: è sempre diverso, ci immergiamo sempre in un fiume che muta e noi con esso.
        Chissà, però, perché la tua prof.ssa diceva così… anch’io ho avuto studenti geniali, ma non ricordo più se fossero maschi o femmine. Erano studenti. Nella quinta di quest’anno le ragazze sono una spanna sopra, anche se i ragazzi sono di una simpatia esagerata e questa loro dote li salverà sempre. forse anche dalle prof.sse che preferiscono i maschi.
        Già, la letteratura è vita. Come dice Seneca, tuttavia, ‘non vitae, sed scholae discimus’. Se impariamo in effetti per la vita, credimi, abbiamo risolto i nostri problemi. Tu Valeria ce l’ahi fatta, se sei sempre a scuola!
        Ciao e a prestissimo…

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