Giugno termina. In limpide cascate
Il sogno impercettibile distilla
A goccia a goccia. Pallide giornate
Chiamano all’ombra placida. Tranquilla
Ogni vicenda scivola. Ventate
Miti sul cuore, fantasia che brilla
O tremula: s’affaccia in noi l’estate
Vacua. Immagine immobile, favilla
Eterna d’un abbraccio. Vaga il cuore
Nel cielo senza limiti. Lontano
Tra le nuvole bianche lo stupore.
Una festa, un augurio. Piano piano
Ritorna anche per Giacomo il sapore
antico di quel giorno adesso vano.
Di Giacomo potrei elencare una serie interminabile di doti: simpatia, acutezza, erudizione, perfetta forma fisica. Avrei finito? Ovviamente no, ma continuare risulterebbe solo una stucchevole accumulazione retorica. Mi limiterò, allora, a riportare quella che io ritengo la sua più sublime qualità, perché il resto è solo accessorio o almeno a me così pare, che è l’amicizia.
Certo, Giacomo ha l’innato aplomb del professorino, è indubbio; ma che ci si può fare? Un po’ di vezzo non disturba: è come il neo sul volto dell’eterna bellezza sotto la parrucca incipriata. Oh, naturalmente, non ne faccio una questione estetica: è una divagazione sull’uomo e sulle proprie peculiarità. Chi lo conosce può darmi ragione.
O, meglio, potrebbe, se non fosse che ultimamente ci si è visti sempre meno. Male dei nostri giorni, questo, non c’è che dire, e lo chiamano distanziamento. Ci si sarebbe potuti spingere fino a definirlo segregazione, ma poi si vestono gli scomodi panni del complottista. Anche le biblioteche hanno chiuso i loro fragorosi battenti. La polvere la fa da padrona addirittura sui rapporti umani, non diciamo sociali.
Ecco, una cosa che potrei forse azzardare su Giacomo è che nascere il 29 giugno e chiamarsi come Leopardi non deve essere così casuale. Io almeno non la percepisco una casualità. come m’insegnerebbe il nostro professorino, nomina sunt omina. Ed effettivamente per lui è stato buon presagio. Intendiamoci, non per la duplice gobba, avanti e dietro, no, che mi sembra non abbia. dicevo che nel nome si nasconde una parte cospicua di lui. Giacomo, già… ma non sarebbe il caso di fargli gli auguri e basta? E facciamoglieli, allora, questi benedetti auguri di buon compleanno.
© Federico Cinti
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